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Giornata Mondiale del Benessere Sessuale

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Oggi ricorre la 13° Giornata Mondiale dedicata al Benessere Sessuale, promossa dalla World Association of Sexual Heath (WAS) per celebrare il diritto di ogni persona di vivere la sessualità in maniera sana e consapevole.
Lo scopo di questa giornata è quello di far crollare quanti più tabù relativi alla sfera sessuale, ancora molto presenti in qualsiasi società, e di promuovere la sessualità come un diritto umano, da non intendersi come benessere solo fisico o assenza di patologie ma che riguarda anche la sfera psicologica.
Secondo la WAS “L’educazione sessuale è un diritto di tutti. Deve essere adeguata all’età, informare culturalmente e deve basarsi sui diritti dell’uomo e sulla parità di genere. Non solo, deve essere un approccio positivo alla sessualità e al piacere”.
Sebbene il tema di quest’anno sia “let’s talk pleasure”, la sessualità, oltre a dover essere piacevole fisicamente e psicologicamente dev’essere sicura, sia per quanto riguarda il rischio di contrarre le malattie sessualmente trasmesse (MST) sia per quando riguarda la contraccezione. Infatti, focalizzandoci sull’Europa, dove a differenza di Paesi in via di sviluppo non si pone il problema dell’assenza di dispositivi di protezione (siano essi maschili o femminili), ciò che ne scoraggia o riduce l’utilizzo, soprattutto tra i giovani, è il costo, oltre ai fattori culturali e alla mancanza di informazione.
Secondo l’Atlante Europeo della Contraccezione – promosso dal Parlamento Europeo – l’Italia occupa il 26° posto su 45 Paesi europei rispetto all’uso consapevole dei contraccettivi, trovandosi con valori molto più vicini a quelli dell’Europa orientale piuttosto che occidentale.

CONTRACCEZIONE FEMMINILE E ORMONALE
In Italia, tranne alcune eccezioni, la contraccezione è a pagamento. Sebbene la gratuità sia di fatto sancita per legge sin dal 1978, la scelta di distribuire o meno i dispositivi contraccettivi gratuitamente spetta alle regioni o alle singole ASL. Tuttavia, vi è un esempio virtuoso, la Puglia, dove dal 2008 vengono consegnati gratuitamente contraccettivi ormonali (pillola e anello) alle donne di età inferiore ai 24 anni. Scelta che è stata in seguito condivisa da regioni come Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana, Lombardia e Marche (che hanno posto il limite a 26 anni).
Sull’uso dei contraccettivi in Italia vi sono diverse criticità, che rendono la fruibilità dei dispositivi medici piuttosto complessa e onerosa.
Una decisione dell’AIFA ha declassato la pillola contraccettiva da medicinale di CLASSE A (essenziale e quindi rimborsabile) a medicinale di CLASSE C (non essenziale e quindi completamente a carico delle cittadine), motivo per cui la contraccezione sta diventando quasi un lusso. In particolare, se si prende in considerazione il prezzo medio di una confezione di pillole contraccettive – circa 18 € -, si superano i 200 euro annui.
La differenza con altri paesi dell’Unione Europea emerge in particolare se si prendono in considerazione paesi come il Belgio, la Francia e il Regno Unito, dove la contraccezione è gratuita a livello nazionale, quindi a tutte le donne di età inferiore ai 26 anni (non si presenta quindi la gratuità a macchia di leopardo come nel nostro Paese) e in molti casi non è richiesta la prescrizione. Inoltre, in Francia, l’acquisto di una confezione varia da un minimo di 3€ a un massimo di 10€, il che determina una maggiore accessibilità alla pillola anti-concezionale.

PROFILATTICI
Nell’uso dei profilattici, fondamentali non solo per ridurre il rischio di gravidanza indesiderata ma anche nel contrasto alla diffusione delle MST, l’Italia risulta tra i Paesi meno virtuosi d’Europa. Malgrado il preservativo sia il metodo contraccettivo più utilizzato in Italia (usato dal 42,2% della popolazione), secondo un rapporto Istat i numeri sono ancora bassi, considerando il fatto che al terzo posto tra i metodi contraccettivi vi sia il coito interrotto.
Le resistenze maggiori nell’utilizzo dei profilattici provengono dai giovani, i quali non hanno la possibilità di sostenerne i costi. Una confezione da 6 profilattici costa circa 7€, mentre quella da 12 fino a 13€ per i profilattici standard, e si possono raggiungere i 15,90 € per i profilattici ad elevata sensibilità. I prezzi sono in linea con la media europea, tuttavia, in molti stati UE, vi è la possibilità di accedervi gratuitamente grazie alla presenza di distributori gratuiti nelle scuole, nelle università e in altri luoghi pubblici. Gli stati in cui è possibile accedervi gratuitamente sono quelli del nord e centro Europa, seppur con modalità diverse: in alcuni stati sono distribuiti nei luoghi frequentati da giovani, in altri sono invece disponibili a tutti e distribuiti da cliniche e consultori. Tale pratica è quasi completamente assente nei paesi dell’Europa orientale e meridionale (ad eccezione della Spagna, dove sono presenti in scuole e cliniche, e della Grecia, dove però sono riservati alle persone a rischio di contrarre l’HIV), fattore che determina gli scarsi risultati ottenuti da questi Paesi.

L’EDUCAZIONE SESSUALE NELLE SCUOLE
Le percentuali sull’utilizzo della contraccezione, in molti casi sono il risultato di percorsi di sensibilizzazione sul tema dell’educazione sessuale, già a partire dalla scuola primaria.
Fu dapprima introdotta come materia obbligatoria in Svezia nel 1955, per poi diffondersi anche nei Paesi limitrofi e del centro Europa. Non a caso gli stati nordici presentano anche i migliori risultati in termini di prevenzione e di consapevolezza sulla sessualità. In base ai dati si può anche notare come i Paesi dove vige l’obbligo dell’insegnamento dell’educazione sessuale siano anche quelli che, oltre a fornire gli strumenti conoscitivi ai giovani, forniscono gratuitamente (o quasi) i dispositivi anticoncezionali. Per chi non può accedervi gratuitamente è comunque possibile acquistare le pillole anticoncezionali a prezzi convenienti o è possibile accedere a rimborsi.
Per capire quanto peso abbia l’educazione sessuale si possono osservare i risultati dei paesi Baltici, economicamente e culturalmente simili tra loro: in nessuno dei tre stati – Estonia, Lettonia, Lituania – vengono forniti contraccettivi gratuiti tuttavia in Estonia, dove vige l’obbligo dell’insegnamento dell’educazione sessuale, la diffusione dei metodi contraccettivi è più alta rispetto a Lettonia e Lituania. Questo è un dato molto significativo, perché mette in luce la stretta connessione che ricorre tra i processi di sensibilizzazione e i dati reali.
Al contrario, nei Paesi dell’Europa meridionale e orientale, mancano sia gli insegnamenti che i canali di accesso gratuito ai contraccettivi, inoltre i prezzi degli stessi sono sensibilmente più alti, anche in proporzione al reddito medio.
In questo quadro dicotomico, l’Italia è situata nella parte peggiore, mostrando risultati non in linea con il resto dell’Europa Occidentale.
“La non implementazione della rivoluzione contraccettiva in Italia è il risultato della mancanza di cultura nel campo dell’educazione sessuale, figlia dell’assenza di obbligatorietà nelle scuole e probabilmente di una serie di retaggi culturali e sociali che inquadrano la sessualità quasi come un tabù. Secondo Silvia Cugini, Presidente Adoc Piemonte, è necessario portare avanti e valorizzare le iniziative che promuovono e diffondono una cultura della sessualità, soprattutto con le giovani generazioni. La guida #BelliSotto è un’iniziativa concreta sul tema, rappresentando uno strumento di rapida e pronta consultazione”.

Per info e approfondimenti
Silvia Cugini – Presidente Adoc Piemonte 333 4805034 – 011 4364331 www.adocpiemonte.it
Massimiliano Timpano – Andrologo, coordinatore équipe Androteam 333 6049014 – 346 1845514 www.gruppomedicare.com