I problemi alimentari dell’adolescente sono al contempo un rischio e un’opportunità di scelte responsabili per la salute
L’alimentazione corretta
L’adolescenza è caratterizzata da un’esplosione di cambiamenti fisici, sociali, psicologici e sessuali la cui accettazione può necessitare di un periodo di assestamento.
In questa fase delicata e complessa in cui gli adolescenti iniziano ad acquisire una maggiore autonomia che li porta ad aumentare progressivamente il consumo di pasti fuori casa, senza un controllo diretto da parte dei genitori e uniformandosi alle abitudini (più o meno corrette) dei coetanei.
Una corretta alimentazione in adolescenza permette di completare in modo adeguato lo sviluppo psicofisico e prevenire l’insorgenza di alcune malattie quali l’osteoporosi, conseguenza di una scarsa mineralizzazione ossea in epoca adolescenziale, il sovrappeso e l’obesità e patologie metaboliche quali diabete e dislipidemie.
La tendenza a confrontarsi con i propri coetanei espone inoltre a un maggior rischio di sviluppo di disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, ortoressia) e a un avvicinamento con le bevande alcoliche.
Necessità nutrizionali dell’adolescente
In età adolescenziale si raccomanda di privilegiare nell’alimentazione gli alimenti ricchi di calcio (i fabbisogni sono 1300 mg/die nei ragazzi tra 11-17 anni e nelle ragazze tra 11-14 anni) e di fosforo (fabbisogno: 1295 mg/die per ragazzi e ragazze tra 11 e 17 anni) per sostenere il rapido accumulo di massa scheletrica (quasi il 50% dell’accumulo si verifica nell’adolescenza).
Si deve sempre ricordare la necessità di garantire un buon apporto di ferro soprattutto nelle ragazze in cui le perdite mestruali determinano mensilmente la perdita di una considerevole quota (10-18 mg) di questo importantissimo microelemento.
Problematiche nutrizionali
In questo periodo compaiono anche grandi disagi e paure che si riflettono in un possibile rapporto conflittuale con il cibo e con il proprio corpo.
L’adolescente afferma in questa fase la sua autonomia e spesso rifugge, anche nell’alimentazione, da ogni genere di regolamentazione e controllo: sono frequenti le irregolarità nei pasti che vengono spesso consumati fuori casa sotto forma di numerosi spuntini con uso di snack, bevande gassate o alcoliche, cibi di moda e pasti improvvisati.
L’adolescente, inoltre, manifesta spesso una preoccupazione per la sua immagine corporea e per il suo peso. Questo, in alcuni casi, può portare il ragazzo/a ad intraprendere, senza controllo medico né genitoriale, diete ipocaloriche e spesso sbilanciate in quanto auto-disegnate e autogestite. L’obiettivo in alcuni casi può essere quello di raggiungere modelli estetici di estrema magrezza, in alcuni casi, può insorgere il rischio concreto di sviluppare un disturbo del comportamento alimentare (anoressia, bulimia).
Un’abitudine emergente è l’utilizzo di “diete fai da te” di tipo vegetariano/vegano/fruttariano che possono provocare carenze di proteine, vitamine, minerali ed oligoelementi.
Queste scelte alimentari vanno sempre tenute sotto stretto controllo medico in quanto possono determinare conseguenze rilevanti sullo sviluppo fisico e, più in generale, sull’equilibrio di questo delicato periodo della vita.
Un altro possibile pericolo può derivare dalle diete iperproteiche e dai supplementi dietetici a base di aminoacidi, spesso forniti nelle palestre per la pratica del culturismo o per la competizione atletica. Anche in questo caso l’aiuto del pediatra alle famiglie diventa fondamentale per garantire la sicurezza della gestione nutrizionale.
Educazione alimentare
Molto confortante è il dato secondo cui, nella scelta dei cibi, la maggior parte dei ragazzi considera il requisito “salutare” di importanza quasi pari al requisito “gustoso”. L’adolescente è quindi sensibile alle problematiche della salute sebbene tale sensibilità sia spesso miscelata alla paura di ingrassare.
L’utilizzo sproporzionato dei Social Network (TikTok, Instagram, Facebook) espone inoltre gli adolescenti a infinite e ripetute informazioni nutrizionali di carattere “salutistico”, proponendo modelli e stili di vita estremamente rigidi e inflessibili (diete restrittive, attività fisica praticata in eccesso), ricette “light” e istruzioni per ingannare la fame e raggiungere ideali di bellezza canonici.
Questi strumenti non dovrebbero sostituire i corretti canali di educazione e di informazione, principalmente rappresentati dalla famiglia, dalla scuola e da figure sanitarie idonee attraverso una corretta sensibilizzazione e comunicazione.
La strategia migliore in tali casi è quella di evitare un approccio critico e giudicante e di raccomandare piccole modifiche nei comportamenti alimentari fornendo informazioni semplici:
- Sulla nutrizione;
- Sugli alimenti;
- Sulle esigenze dell’organismo e sui normali cambiamenti durante la pubertà;
- Sui rapporti tra alimentazione e salute;
- Sui metodi idonei per mantenere un peso adatto alla propria statura e al proprio stato di salute.
È necessario scoraggiare diete restrittive, il salto dei pasti e i digiuni e aiutare l’adolescente a compiere scelte alimentari autonome ma al contempo corrette e responsabili, anche in ambienti diversi da quello familiare.
A cura di: Antonella Diamanti – Unità Operativa di Riabilitazione Nutrizionale
in collaborazione con Bambin Gesù – Istituto per la Salute